La Maestria del restauro italiano: un quadro in movimento, mercati, ricerca, formazione, sostenibilità, diplomazia culturale

La Maestria del restauro italiano: un quadro in movimento, mercati, ricerca, formazione, sostenibilità, diplomazia culturale

  • Pubblicato il Market Watch “Le imprese italiane del restauro: profilo e trend”: le 574 aziende del settore fatturano circa 3 miliardi di euro.
  • Il Market Watch è stato presentato in occasione della giornata studio dedicata al restauro organizzata da Banca Ifis in collaborazione con la Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.

 

 

Mestre (Ve), 17 settembre – Il comparto italiano del restauro produce un fatturato di quasi 3 miliardi di euro l’anno, grazie soprattutto alla forte domanda internazionale che riconosce l’elevato livello di specializzazione e professionalità delle aziende nazionali del settore. È quanto emerge dal Market WatchLe imprese italiane del restauro: profilo e trend, sviluppato dall’Ufficio Studi di Banca Ifis e presentato lunedì 16 settembre presso Villa Fürstenberg a Mestre nell’ambito delle giornate studio in collaborazione con la Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.

Secondo il Market Watch, il comparto italiano del restauro raccoglie 574[1] imprese, concentrate prevalentemente tra Veneto, Lazio e Lombardia. Queste producono complessivamente un fatturato cumulato pari a 2,8 miliardi di euro, in crescita del 33% rispetto allo scorso anno e con un CAGR triennale in aumento del +20%. La crescita produttiva è accompagnata da quella dimensionale: gli addetti impegnati nel settore sono saliti a 10.476, in aumento dagli 8.541 di fine 2020. Lo sviluppo del comparto italiano del restauro è trainato in particolar modo dalla forte accelerazione della domanda di consulenza proveniente dal mercato internazionale negli ultimi cinque anni. Il riconoscimento estero delle peculiarità del nostro Paese sul fronte della conservazione dei beni artistici e culturali ha dato vita ad un accrescimento degli investimenti delle imprese del settore pari ad una media del 10% annuo. Anche per questo, i positivi indicatori economici evidenziano che il restauro italiano rappresenta un settore in grado di coniugare la salvaguardia del patrimonio culturale e artistico con la capacità di realizzare ottime performance reddituali.

La giornata studi nazionale sul restauro

Il Market Watch “Le imprese italiane del restauro: profilo e trend” è stato presentato lunedì 16 settembre 2024 nell’ambito delle giornate studio di Banca Ifis in collaborazione con la Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. La giornata studi sul restauro dal titolo “La Maestria del restauro italiano: un quadro in movimento, mercati, ricerca, formazione, sostenibilità, diplomazia culturale”, con la cura scientifica di Cesare Biasini Selvaggi, tenutasi presso Villa Fürstenberg di Mestre, ha avuto l’obiettivo di stimolare il dibattito intorno al tema del restauro come strumento di diplomazia culturale per raccontare l’eccellenza del saper fare italiano nel mondo. All’incontro sono intervenuti i protagonisti del restauro italiano e delle sue istituzioni pubbliche e private. Tra questi:

Noi italiani siamo considerati un punto di riferimento nel mondo per quanto riguarda il restauro e la conservazione dei beni. Il restauro può e deve diventare un’occasione di valorizzazione del nostro patrimonio e non solo, ovviamente, di conservazione. In questo processo entra in gioco sempre di più la scienza e la tecnologia, ed è per questo che a Brera stiamo progettando un laboratorio di chimica per la diagnostica delle opere d’arte”, ha dichiarato Angelo Crespi, Direttore generale della Pinacoteca di Brera e della Biblioteca Nazionale Braidense.

L’industria del restauro rappresenta una delle componenti più importanti del nostro sistema economico, capace di mettere in luce il know how italiano in tutto il mondo. Per continuare a fare questo è fondamentale in primis una forte collaborazione tra pubblico – privato, per creare strumenti in grado di gestire al meglio il patrimonio culturale del nostro Paese; in secondo luogo, investire in un restauro di tipo funzionale: moderno nelle prestazioni, nei materiali sostenibili, che sia motore economico per la città e il territorio”, ha dichiarato Andrea Griletto, Direttore Assorestauro.

Il restauro è un’eccellenza del made in Italy. Nostro compito è rendere questo lavoro sempre più conosciuto e appassionante anche all’estero, così da creare una rete internazionale atta a valorizzare il patrimonio urbanistico e storico. Ne sono esempio le circa 40 scuole che lavorano in tutto il mondo e formano personale altamente qualificato ma anche, guardando entro i confini nazionali, il lavoro che stiamo facendo per Milano Cortina 2026, che valorizza il territorio delle Dolomiti e la sua storia”, ha dichiarato Tommaso Tommasi, Responsabile Relazioni Istituzionali Confrestauro.

Oggigiorno è centrale il tema della diplomazia culturale. Un valore che non conosce latitudine e che richiama da un lato la volontà di prendersi cura del patrimonio culturale; dall’altro il fine ultimo di restituire alle comunità un sentimento di appartenenza che spesso le tensioni geopolitiche – innescate dall’uomo stesso – tentano di distruggere. Ecco perché non dobbiamo mai dimenticare l’enorme valore umano che ha investire nella bellezza”, ha dichiarato Chiara Rostagno, Vice Direttore Generale della Pinacoteca di Brera e della Biblioteca Nazionale Braidense.

Restaurare significa prendersi cura. Delle opere d’arte e delle nuove generazioni che affrontano il percorso formativo in questo campo. Un passaggio fondamentale è focalizzare l’attenzione sul tema della prevenzione e su come proteggere il nostro patrimonio nell’ordinario. Bisogna lavorare quindi su una maggiore interazione tra i sistemi di formazione, per immaginare il sistema culturale come un sistema vivo e di dialogo aperto tra operatori, visitatori e istituzioni”, ha dichiarato Sara Abram, Segretario Generale Fondazione Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale” (CCR).

Una delle sfide del futuro sarà far comprendere che il restauro, inteso come ‘cura continua’ deve riguardare tutti, poiché è parte del dna del nostro Paese. Per farlo occorre costruire una cultura condivisa con le comunità, cultura che sarà garanzia da un lato di tutela reale del patrimonio (diffusissimo, ricordiamolo) e dall’altro di valorizzazione delle professionalità, del lavoro di qualità, specializzato, transdisciplinare. Abbracciare questo sistema di valori rende possibile mettere al centro una eredità del passato autenticamente vitale per le nuove generazioni”, ha dichiarato Emanuela Daffra, Soprintendente Opificio delle Pietre Dure Firenze.

Diffusione di una cultura del restauro, come elemento di penetrazione culturale ed economica del Paese, e istituzionalizzazione della ricerca, perché fare restauro significa continua ricerca. Questi, assieme alla ristrutturazione dei percorsi di formazione, diventano gli obiettivi più urgenti che il settore si deve porre e in cui le sinergie tra pubblico e privato restano centrali per dar vita a relazioni che siano garanzia di sostenibilità e sviluppi positivi per tutta la filiera”, ha dichiarato Luigi Oliva, Direttore Istituto Centrale per il Restauro.

Restauro fa rima con pluridisciplinarità, perché lavorare oggi in questo settore significa prima di tutto essere circondati da competenze diversificate. Per sviluppare abilità complementari, occorre quindi formare nuove categorie di restauratori, inquadrati in scuole di restauro internazionali e guidate da una comprensione a tutto tondo sia della materia, che dell’artista, che delle diverse usanze culturali che regolano la gestione di un’opera”, ha dichiarato Cinzia Pasquali, Restauratrice di opere d’arte.

La ricerca dell’innovazione creativa, credo anche nel settore del restauro, si basa sul concetto di permeabilità, intesa come capacità – e possibilità – di lasciarsi attraversare da contaminazioni e da differenti visioni del rapporto tra uomo, oggetto e ambiente. Credo quindi che nel restauro non si possa prescindere da un senso di consapevolezza che, abbinato al valore della conoscenza e della memoria, è l’obiettivo finale di ogni condivisione. Ad esempio, la concezione asiatica del costruire si discosta da quella occidentale, perché fondata più sul processo che sull’oggetto del restauro stesso, in un’interessante visione di tempo circolare invece che lineare”, ha dichiarato Ico Migliore, Architetto, co-founder dello Studio Migliore+Servetto, professore al Politecnico di Milano e Chair Professor alla Dongseo University di Busan Corea del Sud.

“La formazione italiana nel campo del restauro è un’eccellenza che travalica i confini nazionali. Proprio per questo, l’obiettivo della nostra Scuola è sperimentare e confrontarsi, mettendo assieme le competenze migliori. La sfida per il restauratore del futuro è quindi quella di imparare a lavorare in team, in luoghi dove convivono innovazione, ricerca e tradizioni. Per una realtà come la nostra significa investire in infrastrutture e tracciare la strada per generare opportunità soprattutto per i nostri studenti”, ha dichiarato Salvatore Amura, Amministratore delegato Valore Italia | Scuola di restauro di Botticino.

“Esplorare la maestria del restauro italiano da diversi punti di vista significa anche analizzare il ruolo del moderno mecenatismo. La creazione di un circuito virtuoso, nel rispetto dei ruoli, tra imprenditori, comunicazione e visualizzazione delle opere, anche nei luoghi della finanza europea. È quello che stiamo facendo con la comunità degli American friends of Capodimonte, un’opportunità singolare nel panorama di riferimento che permette a giovani americani di lavorare in musei italiani e allo stesso tempo di promuovere la diplomazia culturale attraverso l’arte”, ha dichiarato Giovanni Lombardi, Presidente Advisory Board Museo e Real Bosco di Capodimonte.

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Ifis art e le iniziative per la valorizzazione dell’arte e della cultura

La promozione e la valorizzazione della cultura italiana e del suo impatto sociale rappresenta uno dei principali ambiti d’azione di Kaleidos, il social impact lab di Banca Ifis nato su visione del Presidente Ernesto Fürstenberg Fassio. In questo contesto, la Banca ha dato vita al Parco Internazionale di Scultura, un progetto curato da Giulia Abate e Cesare Biasini Selvaggi che oggi, all’interno dei 22 ettari di giardino di Villa Fürstenberg a Mestre, ospita 24 opere plastiche di 14 maestri della scultura contemporanea, italiani e internazionali: Fernando Botero, Annie Morris, Park Eun Sun, Igor Mitoraj, Manolo Valdés, Pablo Atchugarry, Pietro Consagra, Roberto Barni, Julio Larraz, Philip Colbert, Giuseppe Penone, Jaume Plensa, Nico Vascellari e Davide Rivalta. Il Parco è oggi aperto gratuitamente al pubblico che può prenotare la propria visita tramite la app Ifis art e rappresenta una case history internazionale in materia di corporate collection e cultural and social responsibility.

 

Per riunire tutte le progettualità della Banca nel campo dell’arte e della cultura, ad aprile 2024 è nato Ifis art, il brand che raccoglie le iniziative finalizzate a valorizzare il patrimonio artistico e culturale. Tra le progettualità più significative di Ifis art vi è il recupero e il restauro di “Migrant Child”, l’opera realizzata dall’artista Banksy a Venezia, uno dei soli due lavori ufficialmente riconosciuti da Banksy sul suolo nazionale. L’opera, che rischiava un irrimediabile quanto veloce deperimento a causa della sua esposizione all’acqua di Venezia e al maltempo, porta con sé un valore artistico e sociale elevato: attraverso il linguaggio della pittura, Banksy diffonde infatti un messaggio di speranza e pace che richiama i valori della Carta Onu del 1948 sulla tutela dei diritti universali dell’uomo. L’impegno della Banca per proteggere l’opera ha l’obiettivo di tenere vivo questo messaggio. Oltre a mettere in sicurezza l’opera, Banca Ifis ha inoltre acquistato Palazzo San Pantalon, l’immobile che lo ospita, e che sarà trasformato in uno spazio espositivo per giovani artisti, in collaborazione con istituzioni culturali nazionali e internazionali. In Ifis art rientra anche l’operazione di acquisto e restauro di dodici busti in gesso realizzati da Antonio Canova di eccezionale valore artistico, dopo il ritrovamento presso Villa Canal alla Gherla, a Treviso. Le dodici opere del celebre scultore, entrate a far parte della collezione d’arte di Banca Ifis, sono state esposte per la prima volta al pubblico nella prestigiosa mostra Antonio Canova e il Neoclassicismo a Lucca, a Lucca.

 

La promozione dell’arte da parte di Banca Ifis riguarda i talenti italiani con la sponsorizzazione del Padiglione Italia alla Biennale Architettura e alla Biennale Arte di Venezia, compresi quelli emergenti, come nel caso della donazione dell’opera Untitled 2021 di Cristiano Pintaldi, al Liceo Artistico Statale di Treviso. L’iniziativa rappresenta una tappa importante del progetto Your Future You sviluppato dalla galleria d’arte contemporanea 21Gallery con il contributo di Banca Ifis per sostenere i giovani e la loro capacità creativa. In questo filone, rientrano gli Osservatori prodotti dall’Ufficio Studi della Banca. Studi che sono diventati piattaforme di dialogo aperte a tutti gli stakeholder che operano nei diversi ambiti: imprese, istituzioni, associazioni, università e tutta la comunità civile coinvolta. Ne è un esempio, all’interno di Ifis art, il progetto Economia della Bellezza che ha l’obiettivo di valorizzare il patrimonio di Bellezza che espri­me l’Italia, non solo negli ambiti più tradizionali come quello naturalistico-paesag­gistico, ma anche industriale e imprenditoriale, attraverso il lavoro delle PMI che la Banca sostiene con i suoi prodotti e servizi, e la cui nuova edizione è stata presentata a maggio 2024 presso l’Istituto Italiano di cultura a Londra.

Il sostegno di queste iniziative in ambito culturale e artistico ha portato il Presidente di Banca Ifis, Ernesto Fürstenberg Fassio, a ricevere il Premio Pio Alferano per essersi distinto nei settori dell’arte, della cultura, dello sviluppo del territorio e nel sociale. Il riconoscimento, rappresentato simbolicamente da una scultura in ceramica realizzata dall’artista Livio Scarpella dal titolo “Composizione archeologica”, viene organizzato e promosso dalla Fondazione “Pio Alferano e Virginia Ippolito”, istituita nel 2012 su iniziativa della signora Virginia con il fine di onorare la memoria del marito, il Generale dei Carabinieri Pio Alferano, distintosi per rettitudine morale e per la strenua difesa in favore del patrimonio culturale e della legalità in genere.

[1] Fonte: elaborazione effettuata da Banca Ifis attraverso ATOKA di CERVED e dati di bilancio da AIDA-BvD. Dati aggiornati al 31 dicembre 2022. I dati a fine 2023 non sono ancora disponibili per tutte le imprese coinvolte nell’analisi; pertanto, sono stati utilizzati solo ove significativi.

Data

16 Set 2024
Expired!

Ora

10:00 - 17:00
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